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Salfi, Francesco Savèrio.

Letterato e patriota italiano. Sacerdote, nel 1792 entrò nella Società patriottica napoletana, rifugiandosi quindi, svestito l'abito ecclesiastico, a Genova e a Milano. Dopo la proclamazione della Repubblica napoletana fu segretario del Governo provvisorio; rifugiatosi in Francia al ritorno dei Borboni, dopo la battaglia di Marengo tornò in Italia e intraprese l'insegnamento, prima di Logica e Matematica, quindi di Storia e Diritto. Trasferitosi a Parigi, vi trascorse gli ultimi anni. S. fu scrittore eclettico e fecondo; le sue opere (versi, tragedie, scritti di argomento giuridico ed economico, ecc.) si ispirano sempre agli ideali di libertà e nazionalità che ispirarono la sua azione politica. Oltre alle tragedie di ispirazione alfieriana (Corradino, 1790; Virginia bresciana, 1797; Pausania, 1801), si ricordano in particolare i discorsi Dell'uso dell'istoria (1807) e Dell'influenza della storia (1815). Interessante il libro L'Italie au dix-neuvième siècle (1821), nel quale S. tracciò un suggestivo quadro della rinascita spirituale dell'Italia a partire dalla fine del Seicento fino ai suoi tempi (Cosenza 1759 - Parigi 1832).