Letterato e patriota italiano.
Sacerdote, nel 1792 entrò nella Società patriottica napoletana,
rifugiandosi quindi, svestito l'abito ecclesiastico, a Genova e a Milano. Dopo
la proclamazione della Repubblica napoletana fu segretario del Governo
provvisorio; rifugiatosi in Francia al ritorno dei Borboni, dopo la battaglia di
Marengo tornò in Italia e intraprese l'insegnamento, prima di Logica e
Matematica, quindi di Storia e Diritto. Trasferitosi a Parigi, vi trascorse gli
ultimi anni.
S. fu scrittore eclettico e fecondo; le sue opere (versi,
tragedie, scritti di argomento giuridico ed economico, ecc.) si ispirano sempre
agli ideali di libertà e nazionalità che ispirarono la sua azione
politica. Oltre alle tragedie di ispirazione alfieriana (
Corradino, 1790;
Virginia bresciana, 1797;
Pausania, 1801), si ricordano in
particolare i discorsi
Dell'uso dell'istoria (1807) e
Dell'influenza
della storia (1815). Interessante il libro
L'Italie au
dix-neuvième siècle (1821), nel quale
S. tracciò
un suggestivo quadro della rinascita spirituale dell'Italia a partire dalla fine
del Seicento fino ai suoi tempi (Cosenza 1759 - Parigi 1832).